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QiGong

INDICAZIONI GENERALI PER LA PRATICA DEL QI-GONG

Il momento migliore per praticare gli esercizi è l’alba, quando tutta la natura si risveglia, tra le cinque e le sette del mattino. Chi ha la fortuna di abitare fuori città può esercitarsi direttamente all’aperto. Se si è costretti in casa, bisogna tenere la finestra aperta. Bisogna evitare comunque di fare esercizio quando si è troppo stanchi, ammalati o affamati; quando c’è caldo eccessivo oppure quando piove o tira vento, per non esporre il nostro corpo agli attacchi degli agenti esterni. Dobbiamo comunque seguire la nostra sensibilità, il nostro istinto.

In ogni caso, è buona regola intraprendere gli esercizi due ore dopo i pasti e interrompere la pratica mezz’ora prima. Con la pratica del Qi-Gong si entra in uno stato di coscienza particolare nel quale aumentano le nostre capacità percettive, il nostro corpo si apre per ricevere energia, ma possiamo anche incamerare energia negativa, è quindi indispensabile oltre che considerare le controindicazioni succitate, evitare di praticare in ambienti che sentiamo malsani o che ci incutono timore, in tutte quelle situazioni nelle quali avvertiamo una forza opprimente. Il Qi-Gong va praticato in una condizione di serenità e tranquillità, solo così potremmo accogliere in noi solo energie positive, vitali.
Sulle nostre labbra durante la pratica deve essere sempre presente un lieve sorriso.

Come premesso, con il termine Qi-Gong si abbraccia una serie infinita di tecniche ed esercizi psicofisici, tecniche meditative, statiche e dinamiche.
Con gli esercizi statici si allena lo Yin, con quelli dinamici si allena lo Yang.
La pratica dello Qi-Gong non ha un limite nel tempo: si può iniziare a qualsiasi età e continuare a piacere, con risultati sempre più soddisfacenti.
Inizialmente useremo, per mancanza di pratica, in modo non corretto i muscoli: la conseguenza inevitabile sarà senso di tensione e di stanchezza in varie parti del corpo, in particolare, a spalle e gambe per le posizioni statiche. Non bisogna mai arrivare a provare dolore; quando avvertiamo che la tensione aumenta, interrompiamo l’esercizio. Con un giusto allenamento ognuno crescerà con i propri tempi.
Per esercitare correttamente queste forme ci vuole circa un anno di allenamento. Non bisogna scoraggiarsi di fronte alle prime difficoltà o deprimersi perché non si riesce a sostenere le forme per più di pochi minuti: l’esercizio fa comunque bene. Praticare un’ora ogni giorno, con le dovute pause, ogni forma nell’ordine in cui sono state presentate ci renderà sempre più padroni dell’esercizio.

Bisogna dedicare più tempo possibile al Qi-Gong statico prima di praticare posizioni più complesse. Questo metodo rinforza il Qi nel Dan Dian inferiore e con il tempo cominceremo a sentirlo fluire lungo il corpo. Bisogna ricordarsi che gli elementi fondamentali per la pratica del Qi-Gong sono: il rilassamento, la respirazione naturale, la tranquillità mentale.
Queste tre doti cresceranno sempre di più con la pratica.

Ci si ritrova in un mondo, soprattutto all’inizio, molto simile a quello della ginnastica, sia pure con differenze nel tipo d’approccio agli esercizi. Tuttavia, pian piano che si procede con la pratica, ci si rende conto che il lavoro è molto più approfondito ed efficace di quanto ci si aspettasse. Si cominciano a notare delle differenze anche nella situazione della vita quotidiana: cambia la postura, i lineamenti del viso si fanno più rilassati, i respiri diventano più profondi e coinvolgono tutta la persona, si riesce a seguire i pensieri, senza che la mente fugga via.
Perfino l’atteggiamento mentale e la reazione agli eventi esterni, con l’andare del tempo, varia sensibilmente; nonostante ciò, però, i piedi rimangono ben piantati a terra, perché la maggior parte della pratica è fatta col corpo, sul corpo, nel corpo.
Il merito di questo è legato alla visione pragmatica della Vita da parte dei Cinesi, ed alle radici Taoiste dello sviluppo del Qi-Gong.

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